RYANAIR E AIRGEST

inserita il 22/09/2013 - da: LUCA SCIACCHITANO

Come molti lettori sapranno, il 30 settembre si dovrà iniziare a ri-negoziare il contratto di co-marketing tra Ryanair ed Airgest.
Tale contratto prevede che, a fronte di un pagamento annuo Ryanair garantisce un numero minimo di passeggeri che transitano sull’aeroporto di Trapani.

Dal recentissimo studio effettuato dalla KPMG sui benefici economici generati dai flussi turistici aeroportuali di Trapani, è emerso che per ogni 1 euro spesi, sono stati generati 60 euro.
Un investimento che rende 60 volte la spesa iniziale è indubbiamente un ottimo investimento.

Queste cifre astratte si sono tradotte in un PIL di 900 milioni generato dal comparto turistico diretto.
Questi 900 milioni di euro, una volta in tasca degli operatori turistici, si tramutano in altre spese (vestiario, arredamento, automobili, assicurazioni, cibo etc.) e quindi in guadagni anche per le attività non direttamente collegate all’aeroporto in uno schema molto simile a quello della piramide fatta di coppe di champagne dove, versando lo champagne sulla prima coppa in alto, a poco a poco lo champagne scende di coppa in coppa fino ad arrivare alla base.

Il 30 settembre quindi questo flusso di “champagne” potrebbe interrompersi e togliere dalle tasche dei cittadini di Trapani e provincia circa 1 miliardo di euro di soldi veri e di posti di lavoro.

Perch´ avviene questo?
Perch´ più o meno fine mese si dovrà decidere, seduti al tavolo con i rappresentanti di Ryanair, se la provincia di Trapani vuole ancora il vettore Low Cost oppure non lo vuole. E se lo vuole, bisogna trovare i soldi per finanziarlo.

La Regione in questi giorni è subentrata alla Provincia acquisendone le quote e tappando i buchi del bilancio disastrato di Ryanair. Ma, allo stato attuale, rifiutandosi di co-finanziare l’accordo con Ryanair.

I comuni hanno fatto i propri comunicati stampa mettendo sul piatto piccole somme, non adatte a co-finanziare l’accordo che è di parecchi milioni di euro (ricordiamo, a fronte di 900 milioni di PIL del settore turistico).
Ma, nonostante i proclami, a quanto pare, al momento non esiste nessun “pezzo di carta” da poter metter nelle mani del vettore irlandese per poter concludere un accordo.

Soluzioni?
Soluzioni io non ne ho, però parlando con gli operatori e dopo un’interessante chiacchierata con una persona vicinissima alla dirigenza ed agli investitori privati di Airgest, che preferisce rimanere anonima, sono emerse alcune considerazioni.

La prima è che la Camera di Commercio di Trapani deve accelerare i tempi nella sua opera di coordinamento presso i comuni e cercare di portare tutti al tavolo della firma in tempi brevissimi.
1 miliardo di euro di PIL non è materia da prendere sottogamba o alla leggera. Bisogna correre ed insistere, adesso più che mai.
Questo impegno formale da parte dei comuni garantirebbe di avere un potere contrattuale diverso verso Ryanair che quindi si potrebbe sentire più tutelata.
Va specificato che i comuni non dovrebbero uscire soldi in questo momento, ma solo prendere formalmente l’accordo.

La stessa C.C.I.A.A. è stata sollecitata da più parti di intervenire sull’importo dei diritti camerali.
Infatti, aumentando l’importo degli stessi, su un bacino di 40.000 Partite Iva della provincia, sarebbe possibile ricavare una buona fetta dei soldi necessari al rifinanziamento dell’accordo senza passare dalla politica e dal suo bisogno di fagocitare poltrone.
Partite Iva che, a fronte di un piccolo aumento della quota camerale annuale, sarebbero le prime beneficiarie di quel miliardo di euro portato dai turisti sul territorio secondo lo schema della piramide di bicchieri esposta poco sopra.

Altra strada, ma più complicata nello start-up ma sicuramente più efficace nel medio e lungo periodo, potrebbe essere quella che gli operatori turistici si uniscano in associazioni o cooperative (un po’ come avviene con le maestranze della processione dei misteri) e che queste entità facciano da tramite presso l’Airgest per versare una quota annuale sul loro fatturato anche a fronte di un pacchetto azionario concesso agli operatori.


C´è inoltre da fare anche altre 2 considerazioni che potrebbero far girare le carte a nostro favore.
1) Ryanair recentemente ha preso una batosta registrando un decremento del fatturato ed un crollo del 15% in borsa. La preoccupazione del CEO Ryanair è rimbalzata intatta sulle maggiori testate nazionali ed internazionali.

2) Il giornale britannico "Which?" ha realizzato un sondaggio fra i suoi lettori relativamente alle 100 peggiori aziende e Ryanair è risultata all´interno delle aziende peggiori. Questo sondaggio, altra batosta per il colosso irlandese, ha portato O´Leary (CEO di Ryanair) ad ammettere l´errore nelle politiche customer-oriented e ad una revisione delle stesse.

Tali tegole sulla testa della compagnia aerea fanno prevedere una rimodulazione delle politiche aziendali e quindi una maggiore flessibilità nelle stesse.

A fronte di un decremento di fatturato, Ryanair difficilmente potrebbe tollerare di perdere un hub interessante e dalle potenzialità ancora da esprimere, come quello di Trapani e quindi potrebbe essere disposta a qualche "sacrificio" o gesto di fiducia verso Airgest anche considerato il riassetto a cui sta andando incontro la provincia di Trapani e la composizione societaria di Airgest.

La cosa importante però al momento è che si mettano da parte i calcoli politici e si ragioni in termini di opportunità. Ci saranno tempi e luoghi per discutere delle esigenze particolari di questo o quel comune, ma in questo momento è bene che la politica velocizzi e si renda disponibile.

E mi tocca ribadire l’ovvio: i soggetti politici e non politici in ballo, che lo vogliano o no, che ne siano consapevoli o meno, si stanno giocando il loro futuro politico in questa vicenda.
Nessuno di loro dovrebbe auspicarsi di essere additato come l’untore, soprattutto se un domani volesse chiedere consensi a quelle stesse persone che ha contribuito a mettere sul lastrico.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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