VALUTE COMPLEMENTARI

inserita il 07/05/2012 - da: LUCA SCIACCHITANO

E mentre si attendono i risultati delle elezioni e ci lasciamo alle spalle questa brutta, bruttissima campagna elettorale, mi viene una riflessione su alcuni fatti accaduti in questi giorni.

Gli italiani, stanchi e braccati dalla crisi e dallo Stato hanno spezzato la corda lasciandosi andare a gesti estremi dettati dalla disperazione.

Eppure proprio ieri pensavo a come sia assurdo vincolare il proprio benessere ai soldi.
Mi spiego.

Io faccio un sito internet e chiedo al mio cliente 1.000 euro.
Una volta finito il lavoro io gli consegno il sito internet e lui mi consegna le mie 1000 euro che metto in banca pronte ad utilizzarle (o ad utilizzarne una porzione) quando queste dovessero servirmi.

Si perchè lo scopo della moneta è questo: comprare beni e servizi.

Per me sarebbe la stessa identica cosa se io consegnassi il sito al mio cliente e lui mi facesse la spesa al supermercato per 9-10 settimane.

La stessa identica cosa.

In quanto le 1.000 euro che il mio cliente mi consegna servono, appunto, tra le altre cose, per fare la spesa.

O per comprare un codizionatore.
O per riparare l'auto.
O per comprare i vestiti per mio figlio.

Allora facciamo un altra ipotesi.
1) Io faccio siti internet.
2) Il mio cliente (che non ha figli piccoli) vende televisori.
3) Il titolare del negozio di vestiti per bambini ha bisogno di un nuovo televisore.

Ebbene, io potrei fare il sito al mio cliente.
Lui potrebbe rilasciarmi un "buono" del valore di un televisore di 1000 euro.
Io potrei mettere su piazza questo buono (magari in spazi informativi appositi dove domanda ed offerta si incontrano) e trovare chi è interessato.
Ovvero trovare il titolare del negozio di vestiti per bambini con il quale scambierei il mio buono (o parte di esso) con dei vestiti.

Perchè in fondo, se ci riflettiamo bene, siamo noi che in maniera inconsapevole (ma anche consapevole) ci accordiamo per dare alle banconote il valore che hanno.

Siamo noi che non ci poniamo il dubbio se 10 euro valgano veramente 10 euro o valgano di meno.

Noi in mano abbiamo un pezzo di carta che, tra inchiostro e carta varrà qualche manciata di centesimi ma tutti quanti siamo d'accordo a dargli un valore standard.

E con quel pezzo di carta che realmente vale qualche manciata di centesimi compriamo ferro, acciaio, plastica, oro etc.

E' anche vero che il prezzo di tali beni è anch'esso fittizio e frutto di un accordo di mercato.

Ma facciamo finta che io invece di dare al mio creditore una banconota da 10 euro gli consegni un buono del valore di 10 euro.
E che sia lui che altre 100-1000 persone riconoscano quel buono, ma soprattutto il valore (10 euro).
Facciamo finta che la persona che riceve quel buono sia sicura che altre 100-1000 persone accetteranno quel buono e che quindi con quel buono lui sia sicuro di poter pagare, domani, 1 kg di carne per l'esatto valore del buono.

Quel buono diventerebbe moneta, anzi, per l'esattezza diventerebbe una valuta complementare come tante ne esistono già in Italia.

La valuta complementare serve fondamentalmente per far girare l'economia potendo acquistare beni e servizi pagando in parte in euro, ed in parte con questa valuta extra.

Lo Stato ovviamente, non è daccordo con questo sistema per varie ragioni.
Innanzitutto perchè, non potendo depositare questi buoni in banca, lo scambio di beni e servizi avviene per pagamento (per così dire) in contanti.
Questo si affianca, ovviamente al mancato pagamento delle tasse sui beni e servizi scambiati.
Infine, le banche perderebbero la sovranità monetaria e questo, forse, più che ogni altra ragione rende la valuta complementare il demone nero.

In fondo gli assegni trasferibili erano già una forma di valuta locale se ci si riflette su.
Io rilasciavo un assegno da 100 euro con scadenza fra 3 mesi e lo consegnavo al mio debitore che lo accettava.
Il mio debitore a sua volta prendeva questo assegno non ancora scaduto e lo girava al suo debitore in cambio di beni e servizi.

Da oggi alla scadenza magari quell'assegno di 100 euro era passato da 10 mani ed aveva movimentato beni e servizi per (10 * € 100) 1.000 euro.
Perchè l'importante è che ci sia lavoro, che le merci vengano prodotte, vendute e consumate.

Ma se le banche volessero bloccare il sistema e causare una crisi, basterebbe che tenessero i soldi dentro senza prestarli più a nessuno ed ecco che l'economia prima o poi si bloccherebbe.
Con la valuta complementare questo non avverrebbe e al centro del sistema economico ci sarebbe lo scambio di beni e servizi e non la finanza.

 

 

 

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