NON PAGARE PIÙ LE BOLLETTE DELL'ACQUA!

inserita il 30/11/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Nella voce Diritto all'acqua, tratto da da Wikipedia leggo che Il diritto all'acqua risulta un'estensione del diritto alla vita nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Testualmente "È ormai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, definito come il diritto uguale per tutti, senza discriminazioni, all'accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico - per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire se stessi e la casa - allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute.
Gli Stati nazionali dovrebbero dare priorità all'uso personale e domestico dell'acqua al di sopra di ogni altro uso e dovrebbero fare i passi necessari per assicurare che questo quantità sufficiente di acqua sia di buona qualità, accessibile economicamente a tutti e che ciascuno la possa raccogliere ad una distanza ragionevole dalla propria casa."


Certo, devo ringraziare di non avere il pozzo comune a 1 chilometro da casa e di non dover mandare mia moglie, con l'orcio in testa ed i vestiti tribali tipici a raccoglierla, però preferisco prendere come standard di riferimento la situazione di città facenti parti del paese in cui vivo: Bologna, Ravenna, Pisa, Livorno etc.

Città che fanno parte del mio medesimo Stato con le quali dovrei condividere gli stessi diritti e gli stessi doveri a meno che di non iniziare a dire che noi del Sud siamo cittadini inferiori rispetto a quelli del nord e quindi iniziare a pensare seriamente ad una forma di scissione, per esempio tramite lo sciopero fiscale, ma questa è un'altra discussione interessante e complessa.

Per adesso voglio soffermarmi sul fatto che il dissalatore di Nubia ci ha lasciato a piedi il 17/09/2011 dopo una lunga agonia la qual cosa ha portato ad una riduzione drastica dell'approvigionamento di quel diritto umano citato poco sopra.

Adesso non voglio fare troppa filosofia, anche perchè i diritti sono una cosa acquisita e quindi non naturali. Per loro natura artificiosa sono sempre contestabili.
Quindi mi voglio soffermare sul lato pratico, come sempre.

Lo Stato, il comune, ci chiede una tariffa sul consumo dell'acqua.
Tale tariffa, recentemente, si basa sull'effettivo consumo quindi il comune mi da una goccia di acqua durante l'anno e mi fa pagare solo quella goccia.
Una tariffa giusta qualcuno dirà: se consumi paghi, visto che non mandano l'acqua, non consumi e quindi non paghi.

In realtà le cose non stanno così perchè la mancanza di acqua non mi genera un maggior risparmio, semmai mi crea un danno economico maggiore.

Infatti, il nostro compaesano di Pisa (con il quale dovremmo condividere gli stessi diritti e gli stessi doveri), apre il rubinetto dell'acqua, riempie il bicchiere e beve.
Di contro, noi Trapanesi-Ericini (mi concentro solo su questi, ma il discorso è universale), a causa del disservizio siamo costretti a comprare acqua in bottiglia al supermercato.
Calcolando una media di 2 euro a cartone e calcolando un cartone da 6 la settimana, noi Trapanesi-Ericini siamo constretti a spendere 100 euro in acqua in bottiglia rispetto ad il nostro concittadino di Pisa (con gli stessi diritti e gli stessi doveri nostri).

Ma il nostro concittadino di Pisa (con gli stessi diritti e gli stessi doveri nostri) non è neanche costretto a dover comprare serbatoi in plastica da mettere sui tetti e a fargli fare una manutenzione periodica che calcoliamo (ammortizzandola in 5 anni) di 50 euro l'anno.

Adesso, con la penuria d'acqua, sorge anche un'altra spesa: l'autobotte d'acqua una volta al mese per integrare.
Anche qui, siamo intorno ai 1000 euro l'anno.

A questo aggiungiamo la costernazione ed il disservizio nell'aprire, per esempio, l'acqua dello sciacquone alle 23.00 di un sabato sera e scoprire che è finita l'acqua e bestemmiare lo Stato Italiano e Giuseppe Garibaldi con tutti i Savoia, per il fatto che l'indomani l'acqua non te la porteranno.

Quindi, a parte il disagio, non quantificabile, la mancanza di acqua ci porta una spesa di 1000-1500 euro l'anno che il nostro concittadino di Pisa (con gli stessi diritti e gli stessi doveri nostri) non ha.

E a fine anno ci arriva anche la bolletta dell'acqua che, beffarda ci dice che dobbiamo anche pagare.

Io, non dovendomi candidare, non ho nè il tempo, nè la voglia di intestarmi questa battaglia a suon di carta protocollata e ricorsi, però se qualche associazione o qualche futuro candidato, per esempio "indignato" oppure antagonista ai sindaci uscenti volesse fare un pò di casino, questa è una bella battaglia che potrebbe risultare vittoriosa.

Infatti se è vero che l'acqua è un diritto universale (peraltro ratificato dal Parlamento Europeo) e se è vero che la mancanza d'acqua crea un danno economico misurabile e reale ai cittadini, ci sono tutte le carte in regola per chiedere ai sindaci di sospendere i pagamenti delle bollette fintanto che l'acqua non arrivi h24 nelle case dei cittadini.

I Sindaci, ovviamente si rifiuteranno altrimenti avrebbero scelto loro stessi di affrancare i cittadini dall'ingiusto pagamento, a quel punto si può fare partire il ricorso al prefetto (finanche alla corte europea dei diritti dell'uomo) con anche eventuale class action dei cittadini.

Quale tra i nostri stipendiatissimi politici ed aspiranti politici nostrani recepirà questa iniziativa?
(scommetto 100 euro contro una merda di cane che non si muoverà una foglia, il chè spiega perfettamente perchè CI SIAMO FINITI in questa situazione)

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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