LAMPIONI ELETTRICI FOTOVOLTAICI E CONTO ENERGIA

inserita il 24/07/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

In un precedente articolo avevo parlato di come fosse interessante ripensare l'illuminazione pubblica cittadina in virtù dei nuovi sistemi fotovoltaici.

Per fare un breve riassunto, ogni anno il Comune di Trapani spenderebbe € 1.225.950 per la pubblica illuminazione.
Da lì l'idea, per esempio, se necessitasse copertura finanziara extra bilancio, di risparmiare /ove possibile) un'ora di illuminazione al giorno per reperire i fondi per iniziare a cambiare i lampioni esistenti con lampioni fotovoltaici.

I sistemi fondamentalmente sono 2:
1) Si utilizzano lampioni fotovoltaici come quelli da giardino, staccati dalla rete elettrica, dotati di batterie che si caricano durante il giorno e rilasciano la luce durante la notte fino ad esauimento.
2) Si collegano i lampioni alla rete elettrica e quindi il comune diventa produttore di energia e quindi soggetto che può accedere ai benefici del conto energia per la produzione di fotovoltaico.

In questa secondo ipotesi, il comune, oltre a risparmiare un milione di euro l'anno di costo di luce, ne guadagnerebbe diversi milioni (credo nell'ottica dei 3-4 milioni l'anno con un incentivo a 0.34 €/kWh) in quanto produttore di energia.

Se poi i comuni decidessero di installare fotovoltaico sui tetti delle strutture di loro proprietà, gli stessi comuni sarebbero in grado di auto finanziarsi buona parte dei servizi che erogano ai cittadini oppure, fermo restando i vari bilanci, di erogare nuovi servizi grazie al fotovoltaico ed al conto energia.

A questo punto la domanda più ovvia è "ok... ed i soldi per comprare tutti questi impianti chi li mette? Tu?"

Li mette la banca.
Diverse banche infatti hanno creato dei mutui appositi per il fotovoltaico.
Basta cercare su Google "mutuo chirografario fotovoltaico" per trovare decine di soluzioni finanziarie a costo 0.

Infatti, "chirografario" significa "garantito dalla firma" ovvero che basta la firma del soggetto debitore per avere i soldi.
Ovviamente le banche non sono pazze! Sanno che l'impianto ed il conto energia sono già loro la garanzia necessaria per il ritorno dell'investimento.

Ovvero, in parole POVERISSIME, vai alla banca con il progetto per il fotovoltaico e loro ti prestano i soldi senza battere ciglio. Soldi che restituirai man mano che produci energia.

Per i primi 10 anni, il comune, risparmia energia e ci guadagna qualcosina.
Dopo il 10° anno inizia a mettersi in tasca i soldi.

Si potrebbe ancora disquisire sul trattato di Kyoto, sulla mancata CO2 emessa in atmosfera, sulle guerre in nome del petrolio e, in ultima istanza, sulla pace del mondo e la profezia dei Maya, ma credo che gli argomenti esposti siano più che sufficienti a far rizzare le orecchie a qualsiasi futuro amministratore.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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