ELASTICITÀ IN UN MONDO IN COSTANTE CAMBIAMENTO

news inserita il 22/06/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Noi imprenditori e liberi professionisti, che viviamo all'interno del mercato, sappiamo quanto sia importante l'elasticità mentale e di azione nell'epoca moderna.

Infatti il mondo cambia con una rapidità incredibile e quello che andava bene l'anno scorso, quest'anno già non va più bene.

Faccio qualche esempio nel mio settore, ma ognuno saprà di cosa si parla, nel proprio settore.

Tipografie: i biglietti da visita fino a qualche anno fa si vendevano e c'era richiesta. Oggi, su internet trovi aziende che te li stampano e te li spediscono con pochi euro, se non addirittura gratis.
La tipografia che vuole rimanere nel mercato dovrà prendere atto di questo mutamento portato da Internet ed adeguarsi di conseguenza.

Siti internet: quando io ho iniziato a realizzare siti internet nel 2004 a Trapani, c'era un mercato ampio e disponibile.
Oggi, esistono software che permettono di crearsi gratuitamente il proprio sito internet (ovviamente non è la stessa cosa in termini di qualità e di risultati di ricerca... ma il cliente legge "gratis" e perde la testa).

Al chè ho dovuto cambiare il mio core business e buttarmi su prodotti più moderni, in qualche modo esclusivi, come per esempio sui miei portali turistici www.aeroportotrapani.com e www.hotel-trapani.com

Tra qualche anno, schiacciati dalla concorrenza di colossi come Booking, Expedia, Venere etc, ho già pronta una exit strategy che tiene conto di quello che ho fatto fino ad oggi per proiettarlo nel futuro e quindi non chiudere.

E il mercato è questo: un costante equilibrio tra il nuovo ed il vecchio.

Se le imprese sono state costrette, in maniera Darwiniana a doversi adattare alle regole del mercato per non soccombere, lo stesso non è capitato allo Stato ed alla pubblica amministrazione.
Ma soprattutto, non è capitato nella melte di molti, troppi giovani italiani.

Infatti se è vero che i contratti lavorativi "flessibili" per i giovani sono un'offesa al lavoro ed alla dignità stessa della persona, è anche vero che il lavoro esiste, ma molti giovani non lo vogliono fare.

Quando avevo 20 anni ed ero "scappato" a Ravenna, ho fatto il lavapiatti, poi ho lavorato come magazziniere a -5 gradi in inverno, ed infine sono approdato in un ufficio.
Ma il lavapiatti ed il magazziniere mi hanno insegnato la puntualità, il rispetto degli orari, il sacrificio quando c'era lavoro extra: lavori umili ma che ti formano all'interno del mondo del lavoro.

Fermo restando che in un mondo ideale, chi si laurea dovrebbe fare un lavoro da laureato.
Fermo restando un'altrettanto incontrovertibile verità: in Italia diminuiscono le possibilità lavorative all'aumentare del titolo di studio.

Fermo restando quanto detto sopra, è anche vero che Confartigianato ci dice che nel 2010 sono rimasti vacanti 150.000 posti di lavoro (nel 2009 erano 90.000).
Queste sono 150.000 famiglie che potrebbero esistere, lavorare, guadagnare e spendere.
Eppure nessuno vuole fare il falegname, il meccanico, il panettiere (che lavora la notte), l'installatore di infissi.

Di fronte ai dati viene da chiedersi se quello spaccone arrogante di Brunetta, per una volta nella sua vita, non abbia ragione: ai mercati generali ci sono da caricare i camion alle 5.00 di mattina.
Il primo disoccupato che parte chi sarà? Tu?

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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