PARTIRE DALLA CORRUZIONE E NON DALL'EVASIONE.

news inserita il 27/05/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Mi suona strano sentire che in qualsiasi programma elettorale (della sinistra) ci sia spesso il riferimento al reperire risorse tramite lotta all'evasione.

In linea teorica sarebbe anche giusto, ma il nostro paese ha pressione fiscale al 43,5% (terza nel mondo), la quale, contando anche il sommerso potrebbe arrivare tranquillamente a superare il 50%.

Questo significa che se si attuasse una seria politica di recupero dell'evasione, in Italia, aumenterebbe di gran lunga la fascia di povertà e si scatenerebbe una guerra civile.

Infatti quando parliamo di evasione fiscale gli impiegati (che poi sarebbero l'elettorato di riferimento del PD) tendono a pensare a catamarani, elicotteri e jet privati, conti all'estero.
Il problema è che, numericamente (non quantitavamente) il maggior numero di persone che evadono sono poveri cristi: negozi, bar, idraulici e muratori etc.

Gente che, con una pressione fiscale al 50% alla fine del mese è COSTRETTA ad occultare una parte dei soldi, altrimenti la metà se li prenderebbe lo Stato e, con 1200 euro di incassato, se ne dai la metà allo Stato, tanto vale andare a rubare.

Eppure i dati in nostro possesso ci dicono che l'evasione fiscale si attesta attorno ai 100 miliardi l'anno spalmata, però su diversi milioni di italiani.

Di contro, la corte dei conti ci prospetta una cifra altrettanto consistente (60 miliardi l'anno) che si bruciano ogni anno per la corruzione che, a differenza dell'evasione, è spalmata su qualche decina di migliaia di soggetti se non di meno.

Quindi è molto più facile tenere a bada la corruzione che non l'avasione.

Con la differenza che l'evasione, in molti casi (numericamente parlando), può essere una forma di "sopravvivenza" del cittadino/lavoratore.
La corruzione invece è sempre un frutto di avidità in quanto i soggetti coinvolti sono entrambi SEMPRE abbienti.

Inoltre la corruzione, alla fine aumenta il costo dell'appalto, che a sua volta viene finanziato dalle tasse, che a loro volta aumentano, che a loro volta vengono evase (...che al mercato mio padre comprò).

Quindi combattere la corruzione significherebbe abbassare i costi delle opere pubbliche e quindi minore richiesta di denari ai contribuenti (ovvero abbassamento delle tasse)

Quindi, secondo me, non si deve partire dalla lotta all'evasione che, per inciso, crea anche un senso di allarme nei possessori di partita IVA che potrebbero tendere a non votare chi si fa promotore di questa iniziativa.

Il punto di partenza per il risanamento dei conti pubblici è la lotta alla corruzione e, in generale, un riassetto totale del ruolo dei politici e della politica nella vita dei cittadini.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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