SI TIRANO LE SOMME.

news inserita il 18/05/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Le elezioni amministrative appena trascorse hanno delineato nuovi ed interessanti quadri politici.

Non voglio fare qui la mia analisi dei risultati, anche perchè si tratta di una situazione in divenire.

Bisogna che la polvere si posi a terra e questo avverrà solo dopo i ballottaggi anche se è vero che alcune conclusioni possono essere tratte.

Di queste, la più eclatante è sicuramente la "punizione" che gli elettori hanno inferto alla persona di Silvio Berlusconi utilizzando queste elezioni per comunicargli un chiaro messaggio.

Ma altrettanto interessante è questo articolo di Fabio Martini sulla Stampa relativamente a IDV:

"Ma nella vita e (forse) nel futuro dell’Italia dei Valori c’è una novità: dopo tre anni vissuti da partito della sinistra radicale, gratificato da continui incrementi elettorali, ieri mattina l’Idv si è svegliato più piccolo. Decisamente ridimensionato rispetto all’exploit delle Regionali dell’anno scorso. Le percentuali raccolte dal partito di Tonino nelle città clou sono eloquenti: a Torino il 4,8%(rispetto al 9,5%del 2010), a Milano il 2,5%, a Bologna il 2,7%, a Cagliari il 3,5%. Ovviamente fa eccezione Napoli, dove la lista Idv, tirata da Luigi De Magistris, si mantiene (con l’8,1%) ai livelli del 2010.

Ma nel resto dei comuni più importanti, l’Idv resta sempre sotto la soglia critica del 4%, quella necessaria per entrare in Parlamento. Il tutto è sintetizzato da un dato elaborato dall’Istituto Cattaneo: «L’Idv realizza un buon risultato rispetto alle comunali» del lontano 2006,ma in confronto con le Regionali perde 62 mila voti», smarrendo per strada «il 40,7% dei propri consensi». Con quei voti si “ingrassano” la Sel di Vendola, il Cinque Stelle di Grillo, persino i redivivi comunisti della Federazione della sinistra. Sostiene Renato Cambursano deputato dipietrista di Torino: «Al Nord l’Idv si è ridotto ad una presenza simbolica, mentre al Sud l’uomo simbolo è diventato De Magistris. L’identità del partito è cambiata, siamo diventati un partito di estrema sinistra e movimentista, ma su questi due terreni gli elettori hanno mostrato di preferire gli originali -Vendola, Grillo e i comunisti – rispetto alla copia…».

Eppure, l’exploit di Luigi De Magistris a Napoli aiuta l’Idv a restare sotto i riflettori, oscurando la flessione alle amministrative. Certo, nessuno può dire quanto Di Pietro sia felice del successo del suo amico-rivale, considerando che nei mesi scorsi i due ex pm si sono scambiati «carezze » poco amichevoli. Nei giorni dell’abbandono dall’Idv del duo Scilipoti- Razzi, DeMagistris parlò «di questione morale grande come un macigno» e l’altro replicò: «A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato». Un duello concluso da una battuta non elegantissima di De Magistris al congresso del partito: «Tra me ed Antonio ci sono venti anni di differenza. Per mia fortuna e sua sfortuna». In queste ore, anche nella battaglia di Napoli, i due vestono panni diversi. Di Pietro, scottato da un risultato nazionale poco gratificante, cerca di tenere i collegamenti col Pd e con Pier Luigi Bersani, che vorrebbe arrivare ad un apparentamento con De Magistris.

«Un apparentamento dettato dall’algebra non sarebbe capito dai cittadini che invece vogliono novità». Ma al quartier generale dell’Italia dei Valori per ilmomento sembra non essere scattato alcun allarme rosso. Neppure per quanto riguarda la flessione elettorale. Spiega Massimo Donadi, presidente dei deputati: «Nessuna sorpresa: le Comunali sono da sempre la nostra bestia nera. Dal punto di vista organizzativo siamo un partito neonato, non abbiamo ereditato una classe dirigente e dunque lo stesso giorno possiamo ottenere nella stessa città il 3% alle Comunali e l’8 ad una competizione di caratura politica come le Europee. Ciò premesso rispetto alle Comunali di cinque anni fa triplichiamo i consensi, frutto di anni di radicamento ». E sui voti sfilati dagli altri partiti, Donadi la butta sulle leggi del «mercato»: «Qualche voto lo perdiamo a favore dei grillini, fa parte della concorrenza, ma dire, come fa Grillo, che tra De Magistris e Lettieri non c’è alcuna differenza, questo è un politichese che puzza un po’…»."


Io invece vedo uno strano collegamento tra le sorti di IDV e le sorti di Silvio Berlusconi.

Ovvero, quando Berlusconi trionfa, trionfa anche l'anti-Berlusconi Di Pietro.
Quando invece Berlusconi arranca, allora arranca anche IDV.

Se siamo fortunati, in un colpo solo ci leviamo dalle scatole sia Berlusconi che Di Pietro.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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