COME ANIMALI.

news inserita il 01/04/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

Ieri parlavo con degli amici e, dopo una breve discussione relativa ai clandestini siamo tutti giunti ad alcune conclusioni comuni.

1) I clandestini fanno paura perchè rubano le altrui proprietà e si infilano nelle case disabitate (per esempio le villette di campagna).
2) I clandestini fanno paura, soprattutto alle ragazze e donne perchè su 1000 giovani uomini che non fanno sesso da settimane, possono esserci 2-3 teste calde che possono violentare qualche nostra vicina di casa, amica o conoscente.

Dopo alcune discussioni però siamo stati d'accordo anche su un altro tipo di ragionamento.
Se io (o tu) fossi stato un clandestino, costretto ad usare 3 bagni per 6000 persone, costretto a non lavarmi per 2 settimane che avrei fatto?

Io credo che mi sarei infilato in una casa vuota per farmi una doccia ed una bella dormita su un materasso come quello che avevo a casa mia prima di partire.
Magari poi avrei pulito tutto. Magari non avrei pulito niente e lasciato tutto così.

Se avessi avuto fame, credo che avrei rubato anche io qualcosa da mangiare.
Magari la gallina di qualcuno per spennarla e farmela bollita con i miei compagni di sventura.
Di sicuro non mi sarei lasciato morire di fame.

E quando sarebbe venuto l'inverno, se avessi trovato un giubotto steso fuori, piuttosto che sentire freddo, credo che lo avrei rubato per riscaldarmi.

E quindi, alla fine, siamo arrivati alla conclusione che gli immigrati sono un pericolo sociale, ma non è una questione di colore della pelle, di genetica o di DNA.

Il problema è che sono tanti, e nel calcolo delle probabilità, una decina di teste calde c'è sicuramente.

Quelli invece che sono più tranquilli e mansueti devono mangiare, devono lavarsi, devono riscaldarsi, devono dormire in posti decenti.

Quindi, non per buonismo ma per quiete sociale, forse è meglio che la tendopoli a Kinisia non ci sia.
Ma se ci dovesse essere obbligatoriamente, allora è meglio creare le condizioni umane affinchè questa gente possa lavarsi, vestirsi e mangiare direttamente nel campo, senza assaltare, per disperazione, le case dei cittadini.

Fazio! Apri i rubinetti!

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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