VIVA L'ITALIA? DIPENDE DALL'ITALIA

news inserita il 21/03/2011 - da: LUCA SCIACCHITANO

L'italiano è un popolo strano. Non perde occasione per prendere una bandiera in mano e sventolarla: che sia allo stadio, in parlamento o per festeggiare, l'italiano è sempre in prima fila, con la mano sul cuore e gli occhi lucidi.

Peccato però che ogni azione, anche lo sventolare una bandiera, dovrebbe essere preceduta da una serie di ragionamenti per capire se è il caso o meno di compiere quell'azione.

In questi giorni festeggiamo i 150 anni dell'unità d'Italia.
Tutti felici, tutti patriottici, tutti dimentichi, per esempio dei massacri compiuti dalle truppe dei Savoia al Sud

Ma senza voler andare a rivangare eventi di 4 generazioni fa, basta guardare all'Italia oggi per chiedersi cosa mai avremo da festeggiare?

E' vero. L'Italia è uno dei paesi più belli del mondo.
Con una storia testimoniata dai numerosissimi reperti archeologici, architettonici, storici, paesagistici.

Al centro del Mediterraneo, culla di civiltà, l'Italia ha una forma inconfondibile: un marchio che la rende riconoscibile in tutto il mondo.

Una terra bella ma rovinata dagli stessi italiani.

Infatti come definire il paese con il 3° debito pubblico del mondo? Debito pubblico che pesa come un macigno sulle generazioni presenti, ma soprattutto future.
I giovani, che un domani dovranno ripagare questo debito.
Giovani che oggi vedono un tasso di disoccupazione del 30% (il più alto al mondo) e nessuna strategia politica che si muova nella loro direzione.

Un paese che vive di corporativismo e mafie ed in base a quel corporativismo parla di nucleare quando tutto il mondo sta facendo un passo indietro.

E chi è che parla di nucleare? I telegiornali in mano al premier che ci "vendono" ogni giorno un pensiero invece che informarci come dovrebbe fare un buon telegiornale.

Ed il premier?
Il premier non è in grado nemmeno di poter fare un discorso sulla guerra in Libia ai suoi cittadini perchè non ha più la credibilità necesaria per presentarsi ai propri cittadini nei momenti bui.

Un premier che oggi non può andare ad uno dei 4 processi in cui è imputato perchè deve badare agli affari di Stato o, viceversa, non può badare agli affari di Stato perchè imputato in 4 processi.

Uno dei quali relativi allo sfruttamento della prostituzione minorile. Lui, un ultra settantenne dedito ai festini ed alle orge.

Festini che ci hanno piazzato su tutti i carri di carnevale, tanto per citare Bersani.

Bersani... Leader di una sinistra allo sbando. Arroccata su vecchi privilegi che ripropone sempre le stesse persone, le stesse facce da 20 anni.
Una sinistra che parla di meriti e di ricambio generazionale e manda Fassino, D'Alema, Bersani, da 40 anni in parlamento, a parlarci di turn over.

E viviamo in uno stato dove tutti i servizi costano più cari rispetto al resto d'Europa perche chi ci governa guadagna su queste "distrazioni".

Un paese in cui la corruzione costa 60 miliardi l'anno però i governanti pensano che per risparmiare sia meglio tagliare i posti di lavoro della pubblica amministrazione e mandare a casa padri e madri di famiglia o incrementare ulteriormente quel 30% di disoccupazione giovanile.

Governanti tra cui i leghisti che, pagati milioni di euro con le tasse italiano hanno anche il cattivo gusto di fare le prime-donne schizzinose ed abbandonare l'aula durante i festeggiamenti. E se non festeggiano loro che sono coperti di italici soldi, dovremmo festeggiare noi?

Leghisti come il vice-sindaco di Lampedusa, Italiana sulla carta e quando è ora di prendere le tasse, ma abbandonata a se stessa durante le emergenze.
Chissà come festeggeranno i Lampedusani con la loro economia devastata e nessuno stato che pensi possa essere giusto in qualche modo risarcirli per quello che stanno facendo per l'Italia, per l'Europa e per il Nord Africa.

Non basterebbe lo spazio per descrivere tutti i motivi per cui non ha senso festeggiare ed infatti, faccio prima semplicemente a non festeggiare ed a lasciare il compito agli sbandieratori ed ai politici che dopo aver festeggiato passano dall'ufficio contabile e ritirano l'assegno.

Festeggerei un Italia dove si susseguissero volti nuovi in politica.
Dove chi sbaglia se ne va e non torna più.
Dove in agenda non ci fosse la solita "riforma della giustizia" che dica che il premier non è processabile.
Un paese dove al primo posto ci fosse il ricambio generazionale, il pre-pensionamento degli anziani e la loro sostituzione massiccia con giovani.
Dove non si parlasse di nucleare ma di un piano energetico a 20 anni sulle rinnovabili che crei nuovi posti di lavoro.
Un paese in cui lo Stato non sia amministrato come un'azienda ma come uno strumento per re-distribuire ricchezza.
Dove si recuperino i soldi della corruzione per abbassare le tasse e quindi combattere l'evasione, con la giustizia fiscale.
Dove si creino nuovi posti di lavoro pubblici la dove servono: scuola, giustizia, ordine pubblico.
E si taglino i posti di lavoro da casta: amministrazioni, compartecipate, consigli comunali, commissioni ed enti.

Un paese così io lo festeggerei.
Un paese che almeno si ponga come obiettivo quelli sopra descritti sarebbe da festeggiare ed aiutare.

Ma oggi ci ritroviamo in un paese abitato da vampiri succhiasangue spalleggiati da politici mummificati che guardano dall'altra parte per ricevere la propria fetta di torta.

Un paese così se lo festeggino in Transilvania.
Io ho da lavorare.

 

 

 

© 2010 Luca Sciacchitano
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